Demetrio Albertini, un genio di calcio

Demetrio Albertini (nato a Besana in Brianza, il 23 agosto 1971) è il direttore sportivo del Parma, un vecchio calciatore professionale italiano centrocampista e il vice presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC). È ampiamente considerato come una delle leggende degli anni '90 dell'A.C. Milan ed un giocatore fondamentale per la Nazionale di calcio italiana dello stesso periodo. Ha passato la maggior parte della sua carriera con il Milan della Serie A italiana, vincendo molti trofei, includendo cinque titoli Serie A e due titoli UEFA Champions League con il club. Anche giocato la sua ultima stagione con l'FC Barcellona, vincendo la Lega Spagnola poco prima di ritirarsi quell'anno.

Membro di vitale importanza per la squadra di calcio nazionale italiana, Albertini fu parte delle squadre che gareggiarono ai Mondiali 1994 e 1998, così come i Campionati Europei del 1996 e del 2000, arrivando alle finali dei Mondiali 1994 e degli Europei 2000.

Carriera Club

Un giovane Albertini durante il suo tempo a Padova

Albertini, nato a Besana in Brianza, in provincia di Monza e Brianza vicino Milano, emerse come il prodotto della classe giovanile dell'A.C. Milan, e continuò il suo percorso per 14 anni di grande successo con il club maggiore dopo il debutto in Serie A a 17 anni durante la stagione 1988-1989 sotto Arrigo Sacchi, il 15 gennaio 1989, vincendo 4-0 contro il Como. Spese parte della stagione 1990-1991 per ottenere esperienza, in prestito al Padova Calcio in Serie B, collezionando 28 comparse e 5 goal, per essere in seguito premiato da Diadora come una delle più giovani e promettenti star italiane. Presto si è stabilito nello schieramento principale della squadra maggiore del Milan durante la stagione 1991-1992 sotto Fabio Capello, indossando la maglietta numero 4, ed aiutando il Milan a vincere il titolo di imbattuta durante quella stagione; inseguito apparirà per quasi 300 volte in Serie A per il club (293 in totale, ottenendo 21 goal), e per 406 volte totali per la sua carriera con il Milan, conquistando 28 goal in tutte le competizioni.

Albertini ha vinto molti titoli durante i suoi anni al Milan, e ha rivendicato tre titoli serie A uno dopo l'altro nel 1992, 1993 e 1994, ed è anche riuscito ad ottenere altri 2 scudetti nel 1996 e nel 1999. In più, è apparso per 41 volte nella Champions League aiutando i Rossoneri a raggiungere tre finali consecutive tra il 1993 e il 1995, alzando il trofeo nel 1994. Ha anche vinto due Supercoppe UEFA, 3 Supercoppe italiane, ed una Coppa Intercontinentale durante il suo tempo al club.Durante la sua carriera di giocatore correva sempre, una vera e propria maratona. Albertini è rimasto con il Milan fino al 2002, quando il suo manager e vecchio mentore Carlo Ancelotti preferì utilizzare l'emergente Andrea Pirlo nella sua posizione. Durante il suo tempo al club, ottenne 28 goal per 406 apparizioni; anche ottenuto un record personale di 8 goal durante la stagione 1996-1997.

Dopo aver lasciato il Milan, Albertini è saltato in mano a diversi team. Ha speso la stagione 2002-2003 in prestito all'Atlético Madrid, ottenendo 2 goal per 28 apparizioni per il club spagnolo. Alla fine fu scambiato alla Lazio per Giuseppe Pancaro durante la stagione 2003-2004, con grande amarezza, dove ha finalmente vinto la Coppa Italia che non era riuscito ad ottenere con il Milan, ottenendo due goal per 23 apparizioni con il club. Ha iniziato la stagione 2004-2005 con l'Atalanta, giocando 14 match ed ottenendo un goal al suo debutto, prima di trasferirsi all'FC Barcellona a gennaio, dove si è unito al suo precedente mentore centrocampista, il manager Frank Rijkaard, riuscendo a vincere La Liga durante l'ultima stagione della sua carriera con cinque apparizioni.

Carriera internazionale

Per la squadra di calcio nazionale italiana, Albertini è apparso 79 volte tra il 1991 e il 2002, ottenendo 3 goal. Ha fatto il suo debutto il 21 dicembre 1991, all'età di 20 anni, con il 2-0 contro il Cipro a Foggia. Nel 1992, ha gareggiato con la squadra nazionale alle Olimpiadi Estive 1992 a Barcellona, e ha vinto il Campionato Europeo Under 21 UEFA del 1992 con la squadra italiana Under 21. Ha giocato per il suo paese ai Mondiali 1994 e 1998, agli Europei del '96 e a quelli del 2000. Anche se era un italiano regolare a quei tempi, non poté partecipare ai Mondiali del 2002 a causa di una lesione al suo tendine di Achille alcuni mesi prima della competizione. La sua ultima apparizione internazionale fu vincendo all'andata 2-1 contro l'Inghilterra a Leeds, in un match amichevole internazionale il marzo del 2002, con Albertini entrando al secondo tempo. Albertini fu capitano italiano in 6 occasioni.

Mondiali 1994

Il primo torneo italiano più importante per Albertini arrivo ai Mondiali statunitensi del 1994, sotto il manager Arrigo Sacchi. Insieme al compagno Roberto Donadoni, dal Milan, così come Dino Baggio, Albertini formò la “Sala Motore” del centrocampo italiano attraverso i Mondiali. Nell'ultima giocata di gruppo contro il Messico, Albertini assistette ad un goal cruciale per Daniele Massaro, che permise all'Italia di qualificarsi per il secondo turno come la miglior squadra al terzo posto. [10] Alle semifinali contro la Bulgaria, Albertini regalo una performance dominante, tirando in porta molte volte e prendendo persino il palo. Albertini diede vita anche a molte chance durante la partita, dettando il ritmo di gioco del suo team; ha notevolmente aiutato a preparare il secondo goal della partita, di Roberto Baggio, con un pallonetto che permise all'Italia di avanzare alla finale con una vittoria 2-1. Nella finale contro il Brasile, una giocata bilanciata ma senza goal anche dopo i supplementari portò ai rigori; Albertini riuscì a fare goal, ma invano, poiché i suoi compagni Franco Baresi, Daniele Massaro e Roberto Baggio sbagliarono i propri.

Europei 1996

L'Italia si presentò ai campionati Europei in Inghilterra come vice-vincitrice dei mondiali e molti videro il team di Sacchi come contendente chiave per il titolo insieme alla Germania, e videro Albertini come il giocatore chiave italiano, con la sua maglietta numero 10. Tuttavia, il torneo terminò in frustrazione per gli italiani. La selezione del team di Arrigo Sacchi per la seconda partita di gruppo contro la Repubblica Ceca bene basata sulla presunzione che, dopo la vittoria sulla Russia ed in luce dell'imminente scontro con la Germania, l'Italia potesse permettersi di giocare senza una serie di calciatori chiave includendo Albertini. L'Italia perse 2-1 contro la Repubblica Ceca e venne quindi espulsa dal torneo seguendo un pareggio 0-0 con i futuri campioni tedeschi, un match che gli “Azzurri” dominarono grazie alla presenza di Albertini in centrocampo. Sacchi ammise in una delle interviste che l'uscita prematura fu a causa dei suoi sbagli e la squadra italiana del 1996 fu la sua migliore, anche di quella che arrivò al secondo posto negli Stati Uniti nel 1994.

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Mondiali 1998

Ai Mondiali del 1998, la presenza di Albertini non fu centrale o esplicita come nei precedenti grandi tornei, ma Cesare Maldini sì affido a lui come giocatore centrale di centrocampo. Di tutte le partite che l'Italia giocò in Francia, Albertini non ne prese parte solamente quando l'Italia dovette affrontare l'Austria nell'ultima partita di gruppo. Agli scontri nei quarti di finale, una Francia guidata da Zidane riuscì a contrastare i maestri dell'insormontabile difesa solamente ai rigori, durante i quali il sorprendente fallimento di Albertini indusse il flusso della partita ad andare contro la “Squadra Azzurra”. Ironicamente, il centrocampista sarebbe potuto diventare il creatore del goal italiano vincente; durante i supplementari, il suo superbo passaggio nell'area a Roberto Baggio, tramite pallonetto, lasciò questi da solo di fronte al portiere francese Fabien Barthez, ma il tiro fallì per pochi centimetri. Avendo vinto il match più difficile del torneo, la Francia continuò con le partite riuscendo ad ottenere la sua prima vittoria ai Mondiali in casa.

Europei 2000

Albertini's Euro 2000 Italy jersey located in the Football Museum in Florence

Nella formazione di Dino Zoff agli Europei del 2000, Albertini fu l'assoluto leader del centrocampo italiano, assistito da Di Biagio, dietro sia Stefano Fiore che Francesco Totti. Il suo ruolo creativo e ritmico nel creare a chance e nel controllare il centrocampo italiano fu di grande aiuto alla corsa italiana nel torneo, dato che fornì due assist al suo team (uno per il goal di Totti contro il Belgio, e l'altro per il goal di Inzaghi contro la Romania) finendo il torneo come il maggior contribuente per il suo paese, anche se gli italiani infine persero la possibilità di ottenere il trofeo. Gli azzurri arrivarono fino alla finale imbattuti, vincendo tutti e tre i propri match contro la Turchia, il co-ospite Belgio e la Svezia. L'Italia proseguì sconfiggendo la Romania 2-0 nei quarti di finale, e superò la co-ospite Olanda alle semifinali ai rigori dopo un pareggio 0-0 in seguito ai supplementari. Alla fine, l'Italia perse di nuovo contro la Francia, i campioni mondiali del 1998, 2-1 alla finale, questo BIG GAMES in cui si vedono i grandi giocatori provano, grazie ad un tiro vincente ai supplementari. Albertini fu scelto per essere parte della squadra per il torneo grazie alle sue performance durante gli Europei.

Dopo il ritiro

Il 5 dicembre 2005, Albertini annunciò il suo ritiro dal calcio professionale ed espresse il suo desiderio di diventare, un giorno, un manager calcistico a tempo pieno. Il 15 marzo 2006, in onore di Albertini fu organizzata la partita di celebrazione Milan contro Barcellona, comprendendo nomi molto famosi nella storia del calcio dal passato e dal presente (come Marco Van Basten, Ruud Gullit, Frank Rijkaard e Franco Baresi). Il Milan ha vinto il match 3-2 allo stadio San Siro, con il primo goal di tiro libero deviato da Albertini. In seguito al match, ad un visibilmente emozionato Albertini fu fatto un grande applauso dai fan.

Nel 2006, Albertini fu incluso in un progetto per creare un'Accademia di Calcio a suo nome, la “Scuola calcio Demetrio Albertini”, a Selvino (BG), che avvenne a Milano e nel lecchese, coinvolgendo più di 1000 giovani giocatori.

Direttore sportivo con FIGC

Il 18 maggio 2006, in seguito allo scandalo del calcio italiano che includeva la Juventus e Luciano Moggi, che portò alle dimissioni di Franco Carraro dalla presidenza della Federazione Italiana Giuoco Calcio e la nomina di un commissario temporaneo, Guido Rossi, dal Comitato Olimpico Nazionale, Albertini fu nominato vice-commissario della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC).

Il 19 settembre, dopo le dimissioni di Guido Rossi, che nel frattempo fu appuntato presidente di Telecom Italia, anche Albertini annunciò le sue dimissioni. In seguito fu scelto come vicepresidente della FIGC nel 2007, sotto Giancarlo Abete, e fu rieletto nel 2013.

Il 27 luglio 2014, Albertini si è nominato per la posizione di presidente della FIGC, ma ha controversialmente perso contro il suo precedente co-vice-presidente Carlo Tavecchio l’11 agosto, nonostante avesse il supporto dell’A.I.C. (l’Associazione Italiana Calciatori).

Membro di commissione Parma

In seguito alla bancarotta del Parma F.C., Demetrio Albertini fu appuntato membro di commissione del club come consigliere calcistico per gli amministratori.

Ricercatore per Football Manager

Albertini è un ricercatore per Football Manager, la serie di giochi di management calcistico.

Stile di gioco

Albertini era un centrocampista composto, completo e con esperienza, e che possedeva forza, resistenza, tecnica e classe, che gli permisero di essere considerato uno dei migliori centrocampisti della sua generazione. I suoi punti di forza come giocatore furono la sua mentalità, la sua visione eccellente, la sua conoscenza delle tattiche ed il controllo della palla, ma soprattutto, la massima distanza alla quale poteva passare la palla, che lo resero un membro chiave del Milan e del team nazionale italiano degli anni 90 e dell'inizio degli anni 2000; è anche conosciuto per i suoi potenti tiri dalla distanza. Pochi giocatori furono capaci di replicare i passaggi e i tiri a lungo raggio di Albertini, e molti consideravano le sue abilità simili a quelle di Ronald Koemen. Albertini fu anche un grande tiratore di punizioni e stratega, che poteva curvare bene la palla, ma anche calciare con potenza, ed era conosciuto per tirare con forza la palla anche da fermo durante situazioni avverse. Anche se, fondamentalmente, fu un centrocampista creativo, intelligente e laborioso, oppure un giocatore di fondo con grande abilità tecnica, fu in grado di completarsi tatticamente e di migliorare gli aspetti di attacco difesa del suo gioco durante la sua carriera, dimostrando la sua adattabilità come calciatore; la sua grande varietà di abilità gli permise di giocare in molte posizioni di centrocampo, includendo le parti laterali, a causa delle potenzialità dei suoi cross.

Al Milan e in Italia, veniva visto molte volte come l'erede di Carlo Ancelotti, e più tardi anche come il predecessore di Andrea Pirlo, a causa della sua abilità di controllare il gioco da centrocampo e di impostare il ritmo di gioco del suo team, e considerato spesso come il “cervello creativo” ed il “metronomo” delle sue squadre. Molti esperti di calcio comparano parallelamente Albertini e Pirlo, l'asso di centrocampo del calcio europeo e mondiale, che è emerso come suo erede nel calcio italiano, sia per il Milan che per la squadra di calcio nazionale italiana. Come Albertini, Pirlo è un giocatore di fondo che possiede tecnica eccellente, abilità di controllo palla, visione e distanza massima di passaggio palla molto elevata, ed è anche uno specialista dei tiri piazzati, così come una minaccia dalla distanza. Addizionalmente alle sue abilità calcistiche, Albertini è stato anche conosciuto per il suo comportamento corretto, e veniva visto come simbolo e leader sia per il suo club che per la squadra nazionale.

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